
Notiziario Estero- L’annuncio di Pompeo. La Russia verso l’abbandono del trattato antimissili Inf che vieta i razzi a media e breve gittata.
Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha annunciato che gli Stati Uniti escono dal Trattato antimissili Inf, che vieta i razzi di media e breve gittata. I fatti, quindi, fanno seguito alle parole del presidente americano Donald Trump che lo scorso ottobre aveva minacciato di abbandonare lo storico accordo del 1987 che contribuì a mettere fine alla Guerra Fredda. Pompeo ha motivato la decisione degli Stati Uniti con il fatto che la Russia ha violato per anni il Trattato Inf senza mostrare un minimo impegno di rispettarlo.
La risposta russa è arrivata il giorno successivo all’annuncio di Pompeo. Vladimir Putin ha deciso di sospendere la partecipazione di Mosca al Trattato antimissili Inf. E la Russia potrebbe abbandonare definitivamente l’accordo tra sei mesi. Il Presidente ha comunicato la sua decisione – scrive l’agenzia Tass- durante un incontro avuto con i ministri della difesa e degli esteri.
Intanto, Washington potrebbe schierare in Europa una batteria di almeno 48 missili da crociera, minacciando la Russia centrale. Mosca sta prendendo misure per garantire la propria sicurezza nazionale. Sulla questione è intervenuto anche il governo tedesco, che ha rimarcato come senza il Trattato Inf ci sarà meno sicurezza per tutti.
E proprio il presidente Putin ha spiegato che la Russia non dispiegherà missili di breve e media gittata in Europa e nel resto del mondo a meno che non lo facciano prima gli Stati Uniti.
I fatti
Vladimir Putin non le manda a dire né a Washington né a Bruxelles. Il presidente russo aveva parlato in maniera schietta durante il summit a Mosca con il premier italiano Giuseppe Conte. Nella conferenza stampa congiunta, Putin aveva preso una posizione dura nei confronti dell’asse Usa-Ue. La scelta americana di ritirarsi dal trattato sugli armamenti nucleari, firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbacev nella capitale americana, ha scatenato la reazione e i timori della Russia. Così il presidente Putin ha dichiarato che i Paesi europei che ospiteranno i missili americani traslocati dopo la fine dell’accordo 1987, saranno nel mirino dei missili russi.
L’accordo del 1987
Lo avevano firmato Reagan e Gorbacev. Era simbolo della fine della Guerra Fredda. La Russia minaccia rappresaglie. La preoccupazione di Gorbacev.
Usa e Russia rottamano l’accordo nucleare del 1987, quello firmato a Washington tra Ronald Reagan e Mikhail Gorbacev dopo un lungo lavoro diplomatico cominciato nel 1986 nel summit di Rejkjavic tra i due presidenti. Il trattato prevedeva la riduzione del numero di missili a testata nucleare dispiegati in Europa.
Trump è pronto a dire addio all’accordo per avere le mani più libere e aprire la strada al riarmo degli Stati Uniti in chiave anti-Cina. Mosca a sua volta viola ripetutamente il trattato dal giorno in cui lo ha firmato.
“Porremo fine all’intesa che Mosca viola da anni”, ha annunciato il presidente americano. E una volta ritiratisi dall’Intermediate Range Nuclear Forces Treaty (Inf), questo il nome dell’accordo, gli Usa cercheranno una nuova intesa con Russia e Cina, “altrimenti – ha minacciato Trump – anche noi cominceremo a sviluppare nuovi armamenti.
La formalizzazione dell’uscita di Trump dall’accordo nucleare avverrà entro fine anno. John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca, andrà a Mosca per spiegare al presidente Vladimir Putin le intenzioni di Washington.
Questo strappo della Casa Bianca, favorito anche dalle continue violazioni russe, rischia di rilanciare una corsa agli armamenti come al tempo della Guerra Fredda e mettere fine al disarmo.
Prima di Trump, Barack Obama aveva accusato frontalmente la Russia per le continue violazioni dell’accordo nucleare del 1987. Obama puntò il dito contro il Cremlino perché aveva dispiegato missili e armamenti vicino ai Paesi dell’ex-blocco sovietico al fine di intimidirli per il progressivo avvicinamento all’Occidente e alla Nato. Però non uscì mai dal trattato Inf, per evitare di chiudere del tutto le relazioni con Mosca e lanciare un nuovo riarmo.
Complici allo stesso modo, Usa e Russia rottamano l’accordo nucleare in modi diversi. Più decisi e chiari i primi, più lavoratori sottobanco i secondi.
Ora è probabile che quando gli Usa saranno usciti dall’accordo, per prima cosa faranno dispiegare i missili in Asia, come deterrente per la Cina. Inoltre, è in previsione l’invio di missili Tomahawk nell’isola di Guam e Giappone per presidiare l’espansione dell’influenza cinese nel Pacifico. Washington comunque guarda anche al potenziamento del sistema missilistico europeo. Intanto, Cina e Russia potenziano i loro arsenali missilistici. Mosca, in particolare, sta dotando il suo esercito con il potentissimo missile ipersonico presentato mesi fa.
Sebbene la Russia abbia ripetutamente violato l’accordo nucleare del 1987, ha condannato gli Stati Uniti per i suoi intenti di ritiro dal trattato. Mosca ha anche minacciato ritorsioni.ù
Gorbacev
Sulla decisione americana è intervenuto anche Gorbacev, il protagonista insieme a Reagan dell’accordo che Trump vuole smontare. L’ultimo capo di stato dell’Unione Sovietica ha espresso preoccupazione alla BBC perché vede il rischio della fine del disarmo nucleare e un’escalation che seguirebbe al ritiro Usa.
Tra gli alleati Usa, la Germania ha criticato la scelta americana per le ripercussioni europee e per il rischio di una corsa agli armamenti.